sabato 13 ottobre 2007

LA NAZIONALE CHIAMA, I TIFOSI NON RISPONDONO


Vincere per continuare la frenetica rincorsa. Questo l'imperativo categorico dell'Italia di Donadoni che deve a tutti i costi cercare di centrare quanto prima l'obiettivo qualificazione Europei 2008. Più che a preoccupare gli avversari di stasera (i modesti georgiani), è lo spirito che serpeggia tra i tifosi del tricolore, delusi ed amareggiati nel vedere i loro beniamini che si giocheranno tutto nelle restanti gare di qualificazione. Il cammino dell'Italia, in effetti, non si presenta molto agevole, poichè presumibilmente il tutto si deciderà nella trasferta scozzese in cui, gli uomoni di Donadoni, dovranno vender cara la pelle, contro un undici che cercherà in tutti i modi di tirare uno sgambetto ai dirimpettai ricchi e famosi. Proprio il CT che durante la sua carriera di calciatore ha conosciuto gloria e lodi in ogni dove, sta faticando e non poco a tener saldo l'ambiente che non si nasconde dichiarandosi apertamente ostile alla sua gestione anche se, paradossalmente, non è che abbia fatto così male e i risultati gli danno ragione. Lo scotto di essere succeduto ad un guru come Marcello Lippi e la realtà di essere stato designato da Albertini e Guido Rossi più per conoscenza che per meriti propri, però, non devono gettargli croci sulla schiena che non ha. La risposta di Genova ad una partita così importante non è stata delle migliori fino a questo momento: solo 20000 biglietti venduti circa e non si prevede un netto aumento nelle prossime ore. Ciò deve far riflettere perchè è nei momenti grigi che bisognerebbe stringere il cerchio squadra-tifoseria e non solo quando ci si ritrova a salire sul carro dei trionfatori. Già in molti si sono dimenticati che gli iridati di Spagna '82 guidati da Bearzot, fallirono mestamente la qualificazione per la successiva rassegna continentale. Oggi questo pericolo si è ripresentato perchè la storia è fatta di corsi e di ricorsi. Cannavoro & soci, certamente lotteranno purchè questo non avvenga, c'è da scommetterci. Ne andrebbe l'onore, l'immagine, le storie singole di ragazzi che nel bene e nel male in Germania hanno scritto una pagina indelebile ed immortale di questo gioco considerato dai più il più bello del mondo. L'importante è crederci sempre sino all'ultimo respiro. Il tempo delle critiche poi comunque vada ci sarà sempre per i vincitori e per i vinti.

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