venerdì 28 dicembre 2007

CINA: PREGI E DIFETTI DI UN PAESE IN PIENA ESPANSIONE


Tra tutti i paesi emergenti, la Cina è senza dubbio quello che più di ogni altro ha avuto una crescita improvvisa. Poche sono state le avvisaglie di questo mutamento che l’hanno proiettata a divenire una delle prime potenze mondiali.
Il Partito Comunista Cinese, unico anello di continuità rispetto al passato magro di un tempo, ha contribuito alla svolta.
Ma quali sono state le chiavi per il cambio di rotta della sua politica?
Innanzitutto lo spazio. La Cina dopo URSS e USA è stato il terzo paese al mondo ad andare in orbita e, prima del 2020, è previsto l’approdo del primo uomo con gli occhi a mandorla sulla superficie lunare.
Secondo fattore determinante, la costruzione della grande diga sullo Yam See. Lunga 185 metri, produrrà 85 giga/watt di energia e sono in programma altre 10 opere gemelle poiché serve un disperato bisogno di energia. Tali dighe fanno paura perché, già per la prima, si è dovuti provvedere allo sgombero di 1900000 persone e ci si è accorti che oltre ad avere effetti negativi sull’ambiente, ha creato un rischio catastrofe modello “Vajont”.
Dall’ ’83 la Cina è diventata la terza potenza economica mondiale e si prevede che entro il 2035, supererà anche Giappone e Usa. Specchio di una crescita smisurata è il reddito procapite: nel 2004 era di 1094$, nel 2006 di 2000$ e per il primo semestre 2007 è previsto un incremento dell’11,7%. La crescita interna, tuttavia, ha favorito anche la spinta per la crescita globale: la Cina infatti con il suo 15,4% può essere definita la “fabbrica del mondo”. Esportando merci dal basso costo e di discreta qualità, aiuta a limitare l’inflazione in Occidente. La Banca Centrale Cinese, inoltre, è la più ricca del mondo e già da anni, è il principale acquirente di titoli di Stato e buoni del tesoro americani.
Tanto potrà crescere ancora la Cina, ma dovrà fare i conti con le sue contraddizioni interne. Una su tutti la questione del reddito disomogeneo che riguarda la differente situazione tra mondo rurale e le zone costiere con le grandi città; accanto ai 106 e ai 120000 miliardari e milionari in $ vi sono 318milioni di cinesi che vivono con meno di 2$ al giorno, 180milioni con 1$. La fragilità del sistema creditizio che le banche vantano è inesigibile (dal 10 al 50%). Le terre, che sono in mano allo Stato, subiscono numerosi espropri irregolari per terzi scopi e ciò causa continue rivolte e disordini. Lo Stato sostiene l’assistenza sanitaria con un tetto di 5mld e ciò è un vero paradosso se si pensa che la spesa militare cinese ammonta a 25mld di $. Ultima, ma non meno grave come problematica è quella ambientale: la Cina con i suoi 7mld annui è il primo produttore nel mondo di anidride carbonica.
Concludendo, un ultimo interrogativo: tali negatività arresteranno la crescita cinese?
Difficile a dirsi; molto più probabile che il governo adotti una nuova politica interna che integri le minoranze e tuteli i cittadini e l’ambiente in cui vivono, per non correre il rischio di frenare un treno in piena corsa. Gli interessi in gioco, infatti, sono troppo alti.



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